Accenture ha inaugurato, lo scorso 8 giugno, il nuovo centro di R&D di Sophia Antipolis che fa parte dei cinque laboratori di ricerca e di innovazione tecnologica della società di consulenza.
Missione di questi centri immaginare su 500 m2, il futuro creato dalle tecnologia più innovative (sensori, robot, droni, biometria,…) e le nuove interazioni che esse avranno con i clienti.
Le compagnie di assicurazione sono particolarmente ansiose di decriptare tramite queste intelligenze artificiali nuovi servizi da offrire ai clienti.
“Lavoriamo in una logica di complementarietà in progetti di co-creazione, in particolare intorno alla macchina connessa”, afferma Emmanuel Viale, Direttore di Accenture Tech Lab.
L’istituto, che mobilita cinquanta dipendenti, include sia una Tech Lab che centro di innovazione interattivo. Il primo, creato 20 anni fa in un’altra zona di Sophia Antipolis, è stato completamente riprogettato per offrire full immersion in un universo virtualmente collegato.
Si può così accedere ai propri dati bancari tramite selfie, grazie ad una microcamera, determinare la temperatura di una stanza o il livello di ossigeno nel sangue (grazie ai sensori), geolocalizzare un tecnico di cantiere grazie all’infrastruttura connessa e vigilare sulla sua salute grazie ad altri sensori, gudiare con il pensiero, pagare con il cellulare ecc …
Il centro d’innovazione interattivo adiacente si presenta come una casa circondata da componenti. C’è la stanza dei prototipi, quella di coinvolgimento dei consumatori, il teatro digitale e anche il bar dei partner! E’ sia divertente che serio.
“I nostri clienti sono responsabili di marketing, informatici o digitali e big data. Noi lavoriamo con loro, spesso provenienti da diversi dipartimenti dello stesso marchio, sui nuovi prodotti e fungiamo da catalizzatore di idee”, ricorda il direttore del centro per l’innovazione Accenture Interactive che organizza un centinaio di seminari all’anno per gruppi di 10 persone.
Le imprese ripartono con una road map e sanno, entro la giornata, se la loro idea è fattibile. Fare di una chat una piattaforma di vendita? Creare un’applicazione mobile? Dematerializzare? Tutto è materialmenet possibile.
«Le richieste degli assicuratori sono di ordine tecnologico, riguardano l’integrazione di queste soluzioni nella loro piattaforma come un’applicazione auto incorporata per esempio, ma riguardano anche l’ecosistema da creare, con quali partner lavorare, secondo quali possibilità regolamentari … è la parte più complessa», dice Emmanuel Viale, che punta ad una vera e propria esplosione di offerte legate all’internet delle cose, ai social media, al big data entro tre anni.